Cosa succede se non si mangia a sufficienza per un periodo prolungato?

Joëlle Flück 23. marzo 2021

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Un apporto troppo scarso di energia può avere un effetto negativo su varie funzioni corporee e recare danno sia alle donne che agli uomini.

Questo articolo è presentato dalla Swiss Sports Nutrition Society

La salute degli atleti dovrebbe essere sempre un aspetto di assoluta priorità e, dal punto di vista nutrizionale, tale aspetto riguarda anche l’apporto dei giusti nutrienti in base al tipo di allenamento e al fabbisogno energetico. Può però accadere che un atleta assuma troppo poca energia con il cibo o consumi più energia di quella che assume. Le cause possono essere varie, come la disponibilità di cibo, una temporanea inappetenza o magari una dieta volta alla perdita di peso. Anche i disturbi alimentari possono costituire una possibile causa e si verificano specialmente tra gli atleti che praticano sport associati al peso (es. judo, canottaggio), sport dal carattere estetico (es. pattinaggio artistico, ginnastica ritmica), come pure sport di resistenza. Inoltre la prevalenza si osserva maggiormente tra le atlete donna. Le ragioni che portano allo sviluppo dei disturbi alimentari sono complesse e molto articolate e non possono essere illustrate in questo articolo per ragioni di spazio. Qui intendiamo infatti descrivere gli effetti sulla salute di una disponibilità troppo scarsa di energia.

Cosa si intende con scarsa disponibilità di energia?

Come già accennato, la disponibilità di energia è calcolata considerando il fattore dell’assunzione di energia nel corso di tutta la giornata meno il consumo di energia durante l’allenamento diviso per la massa magra alipidica. Ciò fornisce un’indicazione approssimativa di quanta energia il corpo abbia a disposizione per mantenere le funzioni fisiologiche (es. produzione di ormoni, densità ossea, sistema cardiovascolare, ecc.). Se l’energia è troppo modesta in relazione alla massa magra alipidica, si parla di scarsa disponibilità o, in gergo tecnico, di RED-S (“deficit energetico relativo nello sport”). Quindi, se la disponibilità di energia resta troppo bassa per un lungo periodo (ad esempio, per diverse settimane), il corpo ha troppo poca energia a disposizione per mantenere in attività le sue funzioni. La densità ossea può deteriorarsi e nel peggiore dei casi provocare una frattura da fatica. Possono anche verificarsi disturbi ormonali e nelle donne alterazioni mestruali e amenorrea. Inoltre si possono manifestare disturbi del tratto gastrointestinale, depressione o malattie del sistema cardiovascolare. Per gli atleti aumenta quindi il rischio di lesioni e infezioni, mentre parallelamente calano le prestazioni, la forza muscolare e la capacità di recupero. Alla fine ciò provoca una riduzione della performance durante l’allenamento e un’alterazione del rendimento.

Al fine di proteggere gli atleti e la loro salute, è importante prevenire le conseguenze a lungo termine di una carenza energetica, quindi combattere il problema sul nascere. Si consiglia di effettuare periodicamente delle visite mediche sportive e di affidarsi a una rete interdisciplinare di esperti, come fisioterapisti sportivi, psicologi dello sport e professionisti specializzati in nutrizione sportiva. Applicando principi di nutrizione sportiva, inoltre, l’approvvigionamento energetico può essere assicurato in modo ottimale prima, durante e dopo le sessioni di allenamento. Se, nonostante ciò, si presenta un deficit energetico relativo, la rete di specialisti può stabilire la terapia più adatta insieme all’atleta.

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