Intervista con Andreas Lanz

14. gennaio 2020

Grazie ai tanti anni di esperienza nello sport agonistico e ai diversi corsi di formazione e perfezionamento, Andreas Lanz ha acquisito un’ampia conoscenza della teoria dell’allenamento, dell’alimentazione, della motivazione e della concentrazione. Oggi applica queste conoscenze nel suo lavoro quotidiano con sportivi come la triatleta Daniela Ryf, il lottatore Remo Käser o la giocatrice di beach volley Tanja Hüberli.

Dal 2006 anni fai muovere gli sportivi e li accompagni sul cammino verso gli obiettivi che si sono prefissati. Come sono cambiate le loro richieste in questo periodo?

Le esigenze della maggior parte degli sportivi sono sempre le stesse: alcuni hanno una motivazione che definisco di “abbandono” di un percorso, altri di “direzione” verso un obiettivo. Le persone che praticano sport per hobby o per restare in salute di solito vogliono perdere qualche chilo o raggiungere un traguardo sportivo, come partecipare alla Maratona della Jungfrau. L’atleta agonista, invece, è focalizzato nettamente sul suo obiettivo, che vuole raggiungere il giorno X superando varie tappe.

Quello che mi sembra più cambiato è la pazienza, la quale è diventata davvero marce rara. Oggi si vuole che tutto funzioni perfettamente da un giorno all’altro.

Per raggiungere e mantenere la forma fisica, è necessario apportare stimoli di allenamento regolari. È come lavare i denti: se me li lavo solo nelle prime 6 settimane dell’anno e basta, avrò dei problemi e lo stesso accadrà lavandoli 6 volte al giorno per 3 minuti. 

 

 

Quali sono secondo te, in generale, i tre segreti del successo sportivo?

1. Responsabilità personale, 2. Responsabilità personale e 3. Responsabilità personale

Mi rendo conto molto spesso che tutti abbiamo grandi obiettivi che ci piacerebbe raggiungere. Molti di noi, tuttavia, non sono disposti ad assumersene la responsabilità e a seguire il cammino in modo costante. Si preferisce nascondersi dietro a scuse come “Ora non ho tempo”, “Sono troppo stanco”, o “Non ce la farò comunque mai” ecc.

Il fatto è che non ci sarà nessuno a portarci al traguardo, i passi li dobbiamo fare da soli. La cosa diventa poi particolarmente difficile se perseguiamo un obiettivo solo per ottenere il riconoscimento di qualcuno e non perché lo vogliamo noi stessi.

Le tue esperienze ti avranno sicuramente indotto a ripensare e adattare le tue visioni nel corso del tempo. Quali sono state per te le tre più grandi sorprese?

  1. Non esiste una formula di allenamento universale che sia ugualmente efficace per tutti. Si tratta invece di trovare la formula giusta per ogni atleta.
  2. Se uno sport consiste principalmente in sequenze di movimento “monotone”, come ad esempio nel caso della corsa, ci si dovrebbe allenare nel modo più versatile possibile, cioè tenendo conto di tutti i fattori della forma fisica, al fine di prevenire squilibri e lesioni.
  3. Avere (maggiore) coscienza di sé non è solo una cosa da yogi, può anche migliorare le prestazioni nello sport. Vi è ad esempio un forte potenziale di miglioramento nella “giusta” tecnica di respirazione.

Gli atleti che praticano sport di resistenza sono spesso un po’ refrattari ai consigli quando si tratta di prendersi cura degli altri fattori che costituiscono la forma fisica. Tu come giustifichi la necessità di un allenamento completo?

È evidente. La corsa è uno sport che consiste in una sequenza di movimenti sempre identica. Se poi si svolge un lavoro principalmente da seduti, si può soffrire facilmente di squilibri, il che può avere come conseguenza disturbi quali problemi al ginocchio, all’anca o alla schiena. La maggior parte di questi problemi potrebbe essere evitata allenando regolarmente la forza e la mobilità.

 

 

Hai qualche segreto che ci puoi rivelare?

Io pratico da anni il metodo Wim Hof, che è composto da tre elementi: tecnica di respirazione, esposizione al freddo ed esercizi di focalizzazione. Il freddo rafforza il sistema cardiovascolare e simula situazioni di stress, come spesso ci si trova a vivere nella quotidianità. Grazie al bagno freddo sperimentiamo consapevolmente queste reazioni e impariamo così a controllarle. Possiamo poi fare appello a questa esperienza nelle situazioni decisive, il che ci aiuta ad agire con più calma e determinazione in tutte le condizioni della vita. Con il metodo Wim Hof potenziamo il sistema immunitario e la forza mentale.

Le mie esperienze mi hanno spinto a diventare istruttore Wim Hof per trasmettere queste conoscenze, che sono facili e applicabili ovunque, al maggior numero possibile di persone.

Foto: ZVG